La costituzione in Italia di una banca centrale si realizza assai tardi rispetto alla formazione dello Stato unitario. Infatti solo nel 1893, dopo un accordo preliminare siglato proprio a Firenze il 23 ottobre 1865, e dunque già con la presenza della Capitale in città, viene istituita una banca nazionale. Questo aspetto non è irrilevante, visto che ben due istituti di credito toscani che avevano il privilegio di emissione, la Banca Nazionale Toscana, fondata nel 1857 e la Banca Toscana di credito per le industrie e il Commercio d’Italia, fondata nel 1863, figurano fra i costituenti del nuovo istituto d’emissione.
Coordinatore: Pierluigi Ciocca, Accademia dei Lincei
Ricerche: Marco Cini, Simone Fagioli
Sede dell’incontro: Banca d’Italia
Queste tuttavia, come si vede, si affacciano tardi nel sistema di credito, la prima ancora nel Granducato, la seconda seppur con sede a Firenze, già nel nuovo Stato. Precedentemente in Toscana il credito era in gran parte gestito da un sistema di “banchi” privati che raccoglieva e gestiva denaro privato ma anche pubblico, facendolo “fruttare” in investimenti in gran parte di natura commerciale e industriale.
Il progetto di ricerca
A Firenze lo stato unitario arriva senza dubbio due volte: nel 1861 con l’Unità e nel 1865 con lo spostamento della Capitale da Torino in città.
Questi due eventi trasformano radicalmente Firenze e la Toscana; la prima da un punto di vista urbanistico, con l’insediamento fisico della Capitale, ma anche nella gestione del “potere” in senso lato.
In linea di massima nel tardo Granducato la gestione dei rapporti pubblico/privato aveva una struttura in gran parte clientelare, dove i legami con la corte creavano canali prioritari di sviluppo, canali rafforzati poi da rapporti personali di “raccomandazione”.
Anche in ambito finanziario si assiste, con gli ultimi Banchi, ad una gestione spregiudicata e clientelare del denaro, mero strumento di investimenti in gran parte speculativi in ambiti ad alta redditività, o almeno presunta tale: ferrovie, industria metallurgica e mineraria, industria tessile.
Il tema che intendiamo analizzare ed approfondire, soprattutto attraverso l’uso di fonti inedite, è quello della gestione del credito di ambito privato, ovvero dei “banchi” che ancora nella seconda metà dell’Ottocento erano presenti a Firenze (prendendo in esame in modo particolare il Banco Fenzi ed il Banco Schmitz & Capezzuoli, poi Schmitz & Turri) gestione che ancora nelle prime fasi dell’Unità si intrecciava fortemente con il sistema politico locale, con un’onda lunga delle modalità di gestione economico-politica maturate nel periodo granducale. È poi opportuno verificare le modalità di transizione verso un sistema più “maturo”, un sistema compiutamente bancario che inizia a svilupparsi a Firenze a partire dagli anni Cinquanta.
I Fenzi erano anche fondatori ed azionisti della Cassa di Risparmio di Firenze (1829) e della Banca Nazionale Toscana (1857), quest’ultimo istituto promosso soprattutto da Carlo Fenzi, mentre il padre Emanuele rimase più legato al Banco. Carlo, senza dubbio, con l’analisi delle nuove tendenze politiche in direzione dell’inevitabile fine del Granducato intese sviluppare nuovi modelli di gestione economica, anche per rinnovare gli strumenti di investimento, progetto che ad esempio la Schmitz & Turri ebbe difficoltà a porre in atto, rimanendo legata a modelli di vecchia finanza, più speculativa, modelli che con difficoltà abbandonò solo negli anni Novanta dell’Ottocento ma con un ritardo che risulterà fatale.
Sotto questo profilo un altro aspetto senza dubbio rilevante è l’analisi degli elenchi dei fondatori e primi amministratori di banche sorte in Toscana sia durante il Granducato sia nelle prime fasi dell’Unità, verificando per certi aspetti il ruolo “speculativo” di tali istituti, ovvero approfondendo l’analisi dell’intreccio economico, ma anche politico, che sembra consolidarsi fra i ruoli assunti dagli azionisti e dagli amministratori degli istituti di credito e le aree di investimento.
Da un punto di vista metodologico riteniamo sia essenziale in una prima fase verificare gli investitori, i settori di investimento ed i portafogli titoli almeno dei Fenzi e della Schmitz & Turri, al fine di individuare poi ulteriori linee di approfondimento.
Fonti archivistiche:
Si indicano alcune fonti, un primo elenco che sarà senza dubbio ampliato durante la ricerca, essenziali almeno adesso per l’inquadramento del tema.
In linea prioritaria riteniamo rilevanti per questa ricerca due archivi di natura privata, come formazione, inerenti appunto ad attività bancaria privata, e che abbiamo già accennato: l’Archivio Fenzi ed il Fondo Turri.
L’Archivio Fenzi, conservato presso la Biblioteca e Archivio del Risorgimento di Firenze, raccoglie le carte della famiglia Fenzi, di Emanuele e Carlo, documenti facenti riferimento sia alle attività bancarie, finanziarie ed industriali sia agli aspetti più personali che tuttavia esulano da questa ricerca. Permette con un’articolata lettura verificare sia le aree che le modalità di investimento, oltre a seguire l’evoluzione del “sistema creditizio” personale.
L’archivio ha tuttavia modesti strumenti di corredo, un generico inventario e uno schedario corrispondenti.
Riferimenti bibliografici: A. Volpi, Note sulla formazione del mercato finanziario toscano: il ruolo dei Fenzi, in “Rassegna Storica Toscana”, 1 (1992), pp. 19-41 e 2 (1992), pp. 217-252. A. Giuntini, Soltanto per denaro. La vita gli affari la ricchezza di Emanuele Fenzi negoziante banchiere fiorentino nel Granducato di Toscana (1784-1875), Firenze, Polistampa, 2002.
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Il Fondo Turri è un archivio privato recuperato tra mercato antiquario e donazioni da Simone Fagioli a partire dal 2004. È notificato come archivio di notevole interesse storico dalla Soprintendenza archivistica per la Toscana dal 2006. La documentazione in esso contenuta, 5.300 documenti nell’arco cronologico 1864-1958, fa in gran parte riferimento all’attività finanziaria ed industriale della famiglia Turri, imprenditori fiorentini di origine trentina di grande rilievo in ambito toscano, italiano ed internazionale. Sin dagli anni Cinquanta dell’Ottocento i Turri partecipano all’attività della banca d’affari fiorentina (con l’impostazione ancora di Banco) Schmitz & Capezzuoli, che diviene nei primi anni Sessanta Schmitz & Turri, banca strettamente legata ai Fenzi e molto attiva con investimenti in ambito industriale (minerario, metallurgico, tessile, ferroviario). Seppur nel Fondo la documentazione delle due società sia modesta, alcune decine di documenti, questi integrati con quelli dell’Archivio Fenzi ed altre fonti permettono nuove possibilità di analisi della finanza privata in Toscana. Il Fondo ha dettagliati strumenti di corredo, oltre ad essere accuratamente analizzato da Simone Fagioli.
Riferimento bibliografico: Il Fondo Turri. Industria ed imprenditoria sulla Montagna Pistoiese nella seconda metà dell’Ottocento, a cura di S. Fagioli, Pistoia, Etruria, 2007.
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Saranno necessarie anche altre ricerche d’archivio per approfondire temi che possono presentarsi nel corso della ricerca, in enti quali la Banca d’Italia (Sezione storica Firenze), la Cassa di Risparmio di Firenze, la Camera di Commercio di Firenze, l’Archivio di Stato di Firenze, l’Archivio Storico Comune di Firenze, ecc.
Bibliografia essenziale:
Riteniamo sia utile un esame di fonti coeve, sia librarie sia resoconti di iniziative pubbliche, come quelle organizzate dall’Accademia dei Georgofili, che articoli di quotidiani e riviste di ambito locale. Si propone qui una prima traccia di volumi già esaminati, in ordine cronologico.
La Banca Toscana descritta dal cav. Giuseppe Mantellini, Firenze, Tipografia delle Murate, 1860.
Banca Toscana di Credito per le industrie e il commercio d’Italia. Bilancio dell’Anno 1868. Relazioni del Direttore e dei Censori all’assemblea generale degli azionisti del dì 2 giugno 1869, Firenze, Barbera, 1869.
Statuto della Banca toscana di anticipazioni e di sconto. Approvata dai Promotori in Adunanza generale del 30 novembre 1869, Firenze, Civelli, 1869.
Banca C. Steinhauslin & C. 1868-1968. Cento anni di attività, Firenze, Olschki, 1868.
- Conti, La politica aziendale di un istituto di credito immobiliare: il Monte dei Paschi di Siena dal 1815 al 1872, Firenze, Olschki, 1985.
- Conti, Trasformazioni economiche e intermediazione creditizia nella Toscana dell’800. La formazione di un mercato finanziario integrato, in Credito e sviluppo economico in Italia dal medio evo all’età contemporanea, Società Italiana degli Storici dell’Economia, Verona, 1988, pp. 563-582.
- Volpi,Note sulla formazione del mercato finanziario toscano: il ruolo dei Fenzi, in «Rassegna Storica Toscana», 1 (1992), pp. 19-41 e 2 (1992), pp. 217-252.
- Polsi, Alle origini del capitalismo italiano. Stato, banche e banchieri dopo l’Unità, Torino, Einaudi, 1993.
Cassa di Risparmio di Firenze. Le opere e i giorni. Vicende storiche, lavoro, vita quotidiana di una banca nel suo territorio, Firenze, Polistampa, 1999.
- Pallanti, 1829 e dintorni. La fondazione della Cassa di risparmio di Firenze. Storia e personaggi, Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 2009.
- Volpi, Banchieri e mercato finanziario in Toscana (1801-1860), Firenze, Olschki, 1997.
- Giuntini, Soltanto per denaro. La vita gli affari la ricchezza di Emanuele Fenzi negoziante banchiere fiorentino nel Granducato di Toscana (1784-1875), Firenze, Polistampa, 2002.
Il Fondo Turri. Industria ed imprenditoria sulla Montagna Pistoiese nella seconda metà dell’Ottocento, a cura di S. Fagioli, Pistoia, Etruria, 2007.
M. Cini, Finanza pubblica, debito e moneta nel Granducato di Toscana (1815-1859), ETS, Pisa, 2011