Il trasferimento della capitale da Torino a Firenze implicò anche lo spostamento di tutto l’apparato politico e amministrativo che si era formato nei secoli nella città piemontese e che si era arricchito di nuovi organi, soprattutto con la trasformazione del Regno di Sardegna in uno Stato costituzionale e poi con la nascita del Regno d’Italia.
Coordinatore: Valentino Baldacci, Università di Firenze
Ricerche: Maria Carla Monaco
Sede dell’incontro: Gabinetto Vieusseux
NOTA IMPORTANTE: Alcune delle immagini sono tratte da ARCHIDIS – Fondo disegni tecnici del Comune di Firenze; Mappe storiche del Comune di Firenze; Impronte digitali. Collezioni digitali a cura del Sistema Bibliotecario di Ateneo dell’Università degli Studi di Firenze
Tutto questo apparato, non gigantesco come quello degli Stati contemporanei ma ugualmente cospicuo, dovette nel giro di qualche mese essere trasferito sulle rive dell’Arno. Alla Reggia e a tutti gli organi e ai servizi direttamente dipendenti dal Sovrano (la Corte) dovette essere trovata una sede degna. Ma ugualmente accadde per la Camera dei Deputati, per il Senato del Regno, per la Presidenza del Consiglio e per tutti i Ministeri. Le nuove sedi dovevano al tempo stesso essere degne del rango ma anche, nei limiti del possibile, funzionali. Ma non furono trasferiti solo gli organi direttamente politici. Anche le supreme magistrature (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato, Corte dei Conti) dovettero trovare una sede adeguata e così anche le massime strutture militari e più in generale le sedi direttive di tutti le strutture statali.
Tutta la città ne fu in un certo senso sconvolta, anche perché naturalmente i massimi organi dello Stato dovettero convivere con quelli dell’amministrazione comunale.
Accanto a questi “luoghi” dove si esercitava il potere politico e amministrativo, si formavano o si rafforzavano altri “luoghi”, che possiamo chiamare “del piacere” solo perché le regole che vi vigevano erano meno formali e più legate alla capacità di intrattenere rapporti, di usare un linguaggio adeguato, di gestire reti di relazioni; luoghi nei quali contava la capacità, appunto, di piacere, di esercitare quell’ésprit de finesse che già un secolo prima, in Francia, era stato alla base di ambienti simili; e non a caso erano spesso femmes d’esprit a svolgere un ruolo essenziale in questi luoghi.
In realtà fra i due tipi di “luoghi” esisteva un rapporto, nemmeno tanto sotterraneo, nel senso che spesso era nei secondi che si costruiva il sistema di potere che diventava pienamente visibile nei primi.
Ma non erano solo le classi “alte” ad abitare simili luoghi: dai salotti (culturali) ai caffè, dai circoli alle osterie, dai club alle società filantropiche, dalle piazze ai giornali, Firenze Capitale ha offerto luoghi di socialità in cui si formava l’opinione pubblica. Luoghi più o meno “ufficiali”, adatti ad ogni categoria sociale, dove si scambiavano idee, ci si confrontava, si discuteva, si ascoltava e ci si divertiva: i salotti privati (dove lo “stare insieme” e la conversazione mischiavano caratteri di mondanità e surrogati di associazionismo politico) o i gabinetti letterari, quelli meno formali quali i caffè pubblici (al cui interno il consumo del caffè e delle bevande alcoliche era abbinato alla lettura dei giornali), i teatri (frequentati da pubblici diversificati: aristocrazia, borghesia finanziaria, studenti, militari), le piazze (indiscusso punto di riferimento per tanti incontri e palcoscenico della vita quotidiana di ogni centro abitato), le osterie (un tipico luogo di ritrovo serale popolare delle persone di sesso maschile; luogo di incontro e di socializzazione ha costituito per lungo tempo, uno dei pochi momenti di incontro e di scambio d’idee, in aggiunta alla chiesa e alla piazza).
Col tempo la memoria dei luoghi dove per circa cinque anni ebbero sede i massimi organi dello Stato e dove si praticava la socialità si è, con pochissime eccezioni, perduta. Scopo della ricerca è un’ampia mappatura della città (da rendere anche digitale) che ricollochi nelle loro sedi al tempo di Firenze capitale i luoghi del potere politico e della socialità e dia anche conto delle variazioni architettoniche e urbanistiche che le nuove funzioni comportarono.
Questa ricerca costituirà la base per la definizione di itinerari cittadini e, in qualche caso, extraurbani, che potranno essere offerti sia ai cittadini di Firenze, che potranno così ritrovare una memoria perduta; sia ai giovani delle scuole, che vi troveranno una lettura inedita della loro città; sia infine a un turismo colto e curioso, che voglia conoscere una città diversa dai consueti stereotipi.
Consulta la mappa interattiva dei Luoghi del potere e del piacere ai tempi di Firenze capitale.
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