Il presente progetto di ricerca intende approfondire come siano cambiati negli anni di Firenze Capitale gli orizzonti di pensiero e di azione degli imprenditori fiorentini. E’ indubbio, infatti, che l’unificazione nazionale prima e il trasferimento della capitale poi abbiano influito in maniera determinante sulle scelte strategiche di chi guidava le aziende toscane.
Coordinatore: Franco Amatori, Università Bocconi
Ricerche di: Daniela Manetti, Monika Poettinger
Sede dell’incontro: Biblioteca Pubblica Ernesto Ragionieri – Sesto Fiorentino
Non solo il mercato di riferimento passava dalla “Toscanina”, quella magistralmente descritta più che da Antonio Baldini da Carlo Collodi, all’Italia tutta, ma Firenze Capitale ne diventava il centro finanziario, attirandovi la sede delle principali società per azioni di interesse pubblico e non. La Firenze di una aristocrazia terriera, conservatrice negli investimenti quanto liberale in politica economica, e di una borghesia che, pur arricchitasi durante il periodo napoleonico stentava ad emergere come classe dirigente, si trasformava così nel giro di pochi anni nel paese degli acchiappacitrulli, dove le frodi finanziarie accompagnavano di pari passo brillanti ed improvvise carriere politiche ed imprenditoriali.
Muta, dunque, in profondità il quadro imprenditoriale fiorentino e le ricerche archivistiche tenteranno, per quanto possibile di ricostruirne, prima di tutto, una attendibile visione d’insieme. La storiografia, infatti, ci restituisce un quadro manifatturiero generalmente incentrato su alcuni stabilimenti di punta, dalle fonderie, quelle localizzate al Pignone ed alle Cure, allo stabilimento della Società delle Strade Ferrate Meridionali, dalle officine Galileo alla Ginori di Doccia. La distribuzione della forza motrice, tuttavia, sia essa di origine idraulica che a vapore, riunita in una statistica di fine secolo per la provincia di Firenze, indica un quadro ben più articolato della struttura produttiva di Firenze e dintorni. Mentre dominano, ovviamente, i molini per macinare il grano, rilevanti settori di assorbimento dell’energia disponibile risultano le ferriere, le fonderie, le officine meccaniche, le fabbriche di prodotti chimici e gli stabilimenti per la filatura e la tessitura della lana. Meritevoli di menzione anche le fornaci per prodotti dai mattoni alle maioliche, le cartiere ed i torchi da olio. Sarà di primario interesse, quindi, cercare di valutare quanto questo complesso sistema manifatturiero subisca gli effetti dell’improvviso allargamento del mercato e dello spostamento dei capitali verso gli impieghi diventati più vantaggiosi, comparando le statistiche ufficiali disponibili, tra quelle a stampa e quelle conservate presso gli archivi cittadini, prima e dopo gli anni di Firenze Capitale.
Al di là di questo studio comparativo sulla consistenza produttiva dell’economia fiorentina, tuttavia, si intende anche effettuare un’analisi qualitativa di questi cambiamenti,tramite ricerche mirate in alcuni archivi aziendali e privati. Si vorrebbero, infatti, trovare tracce dirette dei mutamenti che l’arrivo della Capitale, portò nelle strategie aziendali, nelle reti di riferimento, nelle affiliazioni politiche e nei rapporti internazionali delle più importanti aziende fiorentine. Negli archivi rimasti conservati e disponibili, si cercheranno, allora, minute dei consigli direttivi, lettere personali, corrispondenze con controparti politiche e quant’altro evidenzi momenti di rottura e radicale ripensamento strategico rispetto agli anni precedenti l’esperienza della Capitale. Un’accresciuta importanza dell’elemento finanziario, l’aumento delle commesse pubbliche, l’espansione dei mercati di approvvigionamento e vendita, il cambiamento della forma societaria con la creazione di una società per azioni, saranno, in questo senso, tutti segnali di un rapido cambiamento dovuto, più che ad un autonomo sentiero di crescita dell’impresa, ad un favorevole shock esterno.
La ricerca, in sintesi, si articolerà lungo queste due direttrici, cercando di ricostruire le turbolenze, indotte dagli eventi seguiti all’unità d’Italia e culminati negli anni della Capitale, prima di tutto da un punto di vista statistico e di sintesi generale e poi, grazie allo studio di casi singoli, anche secondo un’analisi più propriamente aziendale e microeconomica. Nel primo caso saranno ex-post le variazioni osservate nella struttura produttiva ad indicare le direttrici del mutamento negli investimenti degli imprenditori fiorentini. Nel secondo, invece, a parlare saranno direttamente gli imprenditori, grazie alle carte conservate negli archivi aziendali delle principali imprese del tempo.
Fonti archivistiche:
Archivio della Camera di Commercio di Firenze
Archivio Officine Galileo- Galileo Avionica Campi Bisenzio
Archivio storico della famiglia Ginori Lisci
Archivio storico della Società delle Strade Ferrate Meridionali, conservato presso la Fondazione ISEC di Sesto San Giovanni.
Archivio Storico del Comune di Firenze
Archivio storico del Pignone
Archivio di Stato di Firenze
Fondo Innocenzo Golfarelli (1841-1904), Biblioteca nazionale centrale di Firenze
Bibliografia essenziale:
Arte e industria a Firenze: la fonderia del Pignone, 1842-1954, Electra, Firenze, 1983.
Atti del Comitato per l’Inchiesta industriale nel Regno d’Italia, Firenze, Tipografia Claudiana, 1871
Dei prodotti di varie arti ed industrie inviati all’esposizione universale del 1867 in Parigi relazione della Sottocommissione industriale di Firenze al Ministro di agricoltura, industria e commercio, Firenze, Tipografia G. Barbèra, 1867
Esposizione italiana tenuta in Firenze nel 1861, 2 vols, Firenze,G. Barbèra, 1865.
Notizie sulle condizioni industriali della provincia di Firenze, “Annali di Statistica”, Fascicolo LV, Roma, Tipografia Nazionale G. Bertero, 1895 (http://lipari.istat.it/digibib/Santo/Annali%20di%20statistica%20Storici/TIF/)
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