La ricerca si propone di sviluppare, nell’ambito del più vasto progetto “Confini culturali e percezione storica. Firenze capitale (1865-1870)”, il tema “Economia ed economisti negli anni di Firenze capitale”.
Coordinatore: Piero Roggi, Università di Firenze
Ricerche di: Omar Ottonelli, Giulia Bianchi
Sede dell’incontro: Villa Favard
Come è noto, all’indomani del compimento dell’Unità, Firenze fu proclamata capitale del Regno d’Italia e, da un punto di vista della storia delle idee (una prospettiva nella quale la presente ricerca intende essenzialmente collocarsi), un simile riconoscimento permise alla città di proiettarsi al centro dei principali dibattiti che andavano interessando la cultura di allora. A Firenze, dove già “La Nazione” si era distinta quale autorevole tribuna del moderatismo toscano, sbarcarono i principali giornali nazionali; nuove e talvolta prestigiose riviste andarono ad arricchire la proposta culturale di una città intellettualmente già assai vivace (sia sufficiente ricordare la “Nuova Antologia”, fondata da Francesco Protonotari, o riviste come “La riforma”, “La rivista europea”, “Il Fanfulla” e persino un’avanguardia socialista come “Il Proletario” di Lo Savio); istituzioni di promozione culturale quali l’Accademia Georgofili o il Gabinetto Vieusseux accesero i loro riflettori sui problemi della più stringente attualità, mentre i salotti cittadini – a partire da quello di Emilia Peruzzi – permisero l’incontro di molte e illustri personalità del tempo.
Una simile vivacità, naturalmente, ha prodotto non pochi riflessi sulla storia del pensiero economico. Merita in particolare d’esser ricordato, tra le altre, che proprio quella Firenze dette i natali alla celebre “Società di Economia politica”, fondata da Francesco Ferrara nel 1868, emblema non solo della battaglia liberale condotta in quegli anni (la stessa che qualche anno più tardi avrebbe trovato autorevole espressione, sempre a Firenze, nelle colonne de “L’Economista”), ma anche della medesima istituzionalizzazione della disciplina nel panorama della cultura nazionale.
L’obiettivo che si propone la presente ricerca è quello di ricostruire da un lato come le vicende della Firenze capitale vennero lette dagli economisti di allora e, dall’altro, come quegli stessi economisti – con la loro battaglia di idee e, talvolta, con le loro scelte di governo – contribuirono a incidere sulle medesime vicende. Essa, attraverso il recupero, lo studio e l’eventuale pubblicazione (a parte) delle più significative fonti in materia (articoli, saggi, documenti amministrativi, carteggi, inediti di varia natura e quant’altro le ricerche permetteranno di individuare), afferenti al periodo della Firenze capitale, intende dunque illustrare come la cultura economica di allora, e in particolare quella toscana, reagì al trasferimento in città della capitale del Regno, come rese la cronaca del periodo di governo centrale, su quali argomenti di attualità concentrò la propria attenzione ed eventualmente come interpretò la crisi degli anni Settanta, in cerca di eventuali tratti comuni alla cultura economica toscana di quell’epoca.
Come è infatti noto, a dispetto della vivacità della cultura fiorentina di allora, l’intera vicenda della Firenze capitale – la «tazza di veleno», nella celebre definizione di Bettino Ricasoli – si chiuse con l’epilogo assai amaro, ovvero il dissesto delle casse comunali del 1879, parziale conseguenza di quell’ambizioso, vasto e costoso progetto di riqualificazione urbana (il Piano Poggi) che, seppur incompiuto, riuscì comunque nell’intento di una parziale modernizzazione della città. Seppur collocato in un orizzonte temporale successivo a quello del progetto nel quale la ricerca si inserisce, non è infatti al momento da escludere che quella stessa crisi possa meritare uno specifico approfondimento.
La curatela di un simile progetto editoriale sarà affidata al prof. Piero Roggi, coadiuvato dai ricercatori Giulia Bianchi e Omar Ottonelli.
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