Via dell’Amorino ricorda uno dei maggiori scandali giudiziari legati alla finanza del periodo post-unitario: quello del Privilegio della Manifattura Tabacchi e del processo a Cristiano Lobbia.La vicenda delineava chiaramente la commistione, negli anni di Firenze capitale, tra alta finanza, politica e potere giudiziario. Cristiano Lobbia, garibaldino e valoroso combattente nelle guerre d’Indipendenza, ingegnere e deputato, denunciando le tangenti pagate da esponenti delle maggiori banche nazionali ad una sessantina di deputati per l’approvazione del decreto sulla concessione del privilegio sui tabacchi, venne aggredito ed accoltellato in via dell’Amorino prima di poter portare in Parlamento le sue prove. Al processo penale seguito a questa aggressione, il Procuratore generale di Firenze riuscì a trasformare il procedimento contro ignoti in una accusa contro lo stesso Lobbia per simulazione di reato ed ottenerne la condanna. Un caso che fece scalpore per la spregiudicatezza con la quale la consorteria gestì l’intera vicenda, dalla concessione della convenzione con voto del Parlamento l’8 Agosto 1868, festeggiata a cena da Doney e Neveux in via Tornabuoni da quaranta tra banchieri, affaristi e deputati , fino alla manipolazione del processo Lobbia nei due primi gradi di giudizio.
Il paese dei barbagianni di Pinocchio non era dunque tanto lontano dalla realtà e Firenze si riconosceva bene nella sua capitale, quella città “Acchiappa-citrulli” che Lorenzini descriveva così: “Appena entrato in città, Pinocchio vide tutte le strade popolate di cani spelacchiati, che sbadigliavano dall´appetito, di pecore tosate, che tremavano dal freddo, di galline rimaste senza cresta e senza bargigli, che chiedevano l´elemosina d´un chicco di granturco, di grosse farfalle, che non potevano più volare, perché avevano venduto le loro bellissime ali colorite, di pavoni tutti scodati, che si vergognavano a farsi vedere, e di fagiani che zampettavano cheti cheti, rimpiangendo le loro scintillanti penne d´oro e d´argento, oramai perdute per sempre. In mezzo a questa folla di accattoni e di poveri vergognosi, passavano di tanto in tanto alcune carrozze signorili con dentro o qualche Volpe, o qualche Gazza ladra, o qualche uccellaccio da rapina”.
Dagli avvenimenti di via dell’Amorino trasse il suo nome il cappello “Lobbia” caratterizzato da una piegatura centrale, come di chi abbia ricevuto una botta in testa.